L’erbario si perde nella notte dei tempi. Fumigazioni, infusi, decotti, unguenti, oli, erano realizzati grazie all’antica saggezza degli erboristi e delle herbariae (raccoglitrici di erbe) cui spettava il compito di raccogliere le erbe spontanee, le foglie, le radici alimurgiche o fitoterapiche. Le erbe erano come compagne, la loro conoscenza si trasmetteva di generazione in generazione e venivano raccolte per svariate regioni. La più nota riguardava senz’altro la guarigione fisica ma esse si raggruppavano in usi diversificati che andavano dalla tintura dei tessuti alla cura dello spirito, dal nutrimento alle protezioni da
cattive energie. Queste erbe erano accuratamente catalogate, rappresentate in ogni loro parte, chiamate con nome e cognome e consultate per ogni evenienza. Nel tempo moderno la tecnologia e la cultura dell’avere si sono impossessati di gran parte del nostro sapere e delle nostre tradizioni, questo fatto non ha tuttavia intaccato la realizzazione degli erbari. In questi vecchi libri le erbe smettono di essere sconosciute e diventano compagne
con una propria identità che ci accompagnano nelle nostre passeggiate. Gli erbari per la loro aderenza alla realtà restano ad oggi uno strumento autentico, insostituibile che misura il nostro contatto con madre terra e la nostra attenzione per la vita che ci circonda.
L’erbario della 2B A.S. 2020-21